Sunday, September 02, 2007


A NY LA COCA COLA SA DI VANIGLIA

Stare fuori dai coglioni per tre settimane è una pettinerìa assoluta, soprattutto quando sei a NY, patria dei Biohazard, Anthrax e Brutal Truth. Ovviamente l’unico motivo che mi ha spinto a visitare la grande mela è il metal e i Biohazard, l’avevo già detto? Ecchisseneincula. Procediamo, non vi sto a raccontare che qui è tutto grande, gigante, che è pieno di obesi del cazzo che io a confronto sono uno stuzzicadenti, che la metro è un bordello, che ci sono bandiere americane anche nei supermercati e che bla bla bla porco e dio e madonna e puttana. La cosa veramente scioccante è che ogni giorno, invece, assisto a manifestazioni di interi quartieri che vorrebbero la reunion dei Biohazard. L’ho già detto Biohazard? Ah non è la prima volta che dico Biohazard? Ecchisseneincula. Io partecipo a queste manifestazioni, domani c’è il taglio del nastro perché mi danno le chiavi di Brooklyn quindi occhio a quando tornerò in italia, se ci tornerò.
Credete davvero che tutto finisce qui? No, perché ora vi puppate la mia serata di ieri e di oggi. Ieri dovevamo andare a vedere gli Hidden Hand, show soldout già da un bel po’ di settimane ma i nostri agganci ci consentono di avere comunque il biglietto. Qualcuno ci dice che gli hidden hand si sono sciolti e porcaccioddio. E non ce lo potevate dire prima? Noi fino all’ultimo speriamo, ma è la zibra della zibra della zibra. Gli Hidden Hand hanno annullato la data, si presenteranno comunque sul palco i Clutch e i Beatallica. Titubanti ci guardiamo attorno e decidiamo di andare a vedere i Battles sul porto, aggratis, e con una quantità di figa impressionante. I Battles lo sapete chi sono vero? Se non lo sapete la risposta la troverete dentro di voi. John Stainer, padrino del ritmocore anni 90, si piega e ripiega su se stesso quando suona, Il Tizio dei Don Caballero che monta sua madre sul palco ed ecco che anche se ascolti metal alla fine ti senti coinvolto in questo sound preciso, metropolitano ma anche no. Finito concerto, andiamo al merchandising, han solo magliette per tipe. Che pacco. Ci riguardiamo attorno e ci ricordiamo che gli A.R.E WEAPONS suonano a Brooklyn. Perfetto, monta sulla metro, pigliati le chilate di sauber-aria condizionata e arriva al locale chiamato Luna Lounge, nuovo di pacca ma con pochi spettatori. Mi mangio un panino con tacchino formaggio insalata e pomodori, bevo una coca (a NY la coca ha un sapore diverso, come di vaniglia) e mi fiondo con l’altro appezzi nel locale. Suona il gruppo spalla, vado a steccare, torno e mentre mi pulisco la bocca con il braccio iniziano gli ARE weapons. Sono in 4: il cantante sembra un babbeo di prima categoria uscito da un collegio di minorati mentali, il chitarrista sembra un ragioniere della provincia autonoma di trento, l’altro alle tastiere/synth nemmeno me lo sono inculato, il batterista sembra quello dei one minute silence, o quello degli stuck mojo ma anche il roadie dei dog eat dog. In fondo gli ARE WEAPONS non sono male: punk+electro+rock+un po’ di Liars e bellalì. Soddisfatti, in fondo. E’ sbagliato farsi i preconcetti sulla musica porcodio. E’ sbagliato pensare male di un gruppo prima di vederli. E’ sbagliato giudicare la gente solo per come si veste. Infatti i Biohazard si vestono da pettinati e mi piacciono. Gli altri mi fanno tutti cacare. Arriviamo a stasera: già da anni sapevamo che oggi 1 settembre 2007 gli Oneida avrebbero suonato al PS1 (spazio all’aperto gestito dai tizi del MOMA) per festeggiare i loro 10 anni. Volete sapere come è andata? Che dopo due birre chiamate Sierra Nevada ero già a pezzi, che ho perso mezzora a far la fila per pisciare e che gli Oneida avevano dei suoni penosi: si sarà rotto l’impianto? La solita manifestazione pro-Biohazard ci ha messo del suo? Gesù è un coglione? Può darsi, anzi sicuro (che gesù sia un coglione), fatto sta che alle 22 il concerto finisce.

CONCLUSIONE UFFICIALE DELLA SERATA:

Io e l’altro appezzi tornammo a casa parlando di quanto sono musicalmente ottuso, ci spanammo di pizza (voto 6 e mezzo), di gelato Haagen-Dazs e al sound degli Oneida più non pensammox. Evviva.





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